Nella prima mattinata del 13 maggio, la Guardia di Finanza di Foggia ha provveduto a porre i sigilli sul patrimonio di pluripregiudicato di Foggia. Il provvedimento di sequestro è avvenuto grazie ai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria e alla Polizia di Stato della Polizia Anticrimine – Ufficio Misure di Prevenzione della Questura di Foggia. Le forze dell’ordine, infatti, hanno dato vita ad indagini approfondite, scandagliando la posizione patrimoniale del preposto. L’uomo, infatti, è una persona molto nota sul territorio della Capitanata.
Pluripregiudicato di Cerignola fermato da GDF
La Guardia di Finanza è riuscita a bloccare il patrimonio del pregiudicato di Cerignola. L’uomo, oltre ad essere finanziariamente non in regola, è noto anche per i precedenti penali. Non è storicamente inquadrato nella criminalità organizzata. Il pregiudicato, però, è noto per i rapporti di parentela con alcuni esponenti del Gruppo criminale “Ditommaso”, che si muove soprattutto nel territorio di Cerignola.
Le indagini patrimoniali sono state estese anche ai familiari conviventi. Queste hanno infatti dimostrato che nel periodo che va dal 2007 al 2020 la disponibilità – sia diretta che indiretta – del preposto era veramente sproporzionata rispetto ai redditi dichiarati. Lo scompenso era tale da fare sì che la Guardia di Finanza ritenesse che i beni siano un profitto arrivato da attività illecite o ne possano costituire il reimpiego.
Un patrimonio milionario
Entrando nel dettaglio della vicenda, le analisi dei flussi finaziari – in entrata ed in uscita – non hanno trovato giustificazione nelle risorse economiche di modeste dimensioni del pluripregiudicato. Queste infatti risultavano necessarie solo al sostenamento familiare.
Il Tribunale di Bari ha così analizzato la ricostruzione patrimoniale degli investigatori. Alla fine, il Tribunale ha quindi accolto la proprosta del Questore di Foggia. Ha ordinato il sequestro dei beni. Il valore del patrimonio era di circa un milione di euro e consisteva in tre immobili, un terreno ed una società operante nel settore del commercio di veicoli.
“A fronte della sproporzione tra redditi e acquisti effettuati, – ha annunciato il Tribunale – vi è una sostanziale continuità nell’attività delinquenziale, l’abitualità della commissione di delitti da parte del proposto e della lucrogenesi degli stessi nel senso che questo viva in tutto o in parte con i relativi proventi”.
Silvia Giorgi – Puglia Post