A Taranto si riaccedende l’allarme Mafia. La Guardia di finanza, infatti, ha emesso un decreto di sequestro preventivo di beni del valore di circa 20 milioni di euro. Il tutto, ai danni di un pregiudicato di Taranto, già condannato in via definitiva per diversi crimini, come associazione a delinquere finalizzata ad estorsioni, estorsione e lesioni personali aggravate dall’utilizzo di metodo mafioso.
Mafia: sequestro preventivo ai beni di pregiudicato di Taranto
Il provvedimento emesso dal Tribunale di Lecce su richiesta della procura distrettuale antimafia si presenta come un finale positivo di una lunga e complessa investigazione da parte delle Fiamme Gialle di Taranto e Salerno. Questa operazione è sfociata in aprile del 2021 in 46 misure cautelari non solo pugliesi, in quanto avvenute fra Taranto, Napoli, Caserta, Avellino e Cosenza.
Il lungo lavoro ha portato a contestare i reati di associazione per delinquere, trasferimento fraudolento di valori, detenzione illegale di armi ed infine contrabbando di carburanti.
Per quanto riguarda il pregiudicato accusato di mafia a Taranto, la Guardia di Finanza ha provveduto a sequestrare preventivamente 20 milioni di euro di beni. Sono mobili, immobili, compendi aziendali, quote di partecipazione al capitale sociale e disponibilità finanziarie.
Il pregiudicato infatti, avrebbe reinvestito dei profitti illeciti. Questi sarebbero i “proventi” di attività estorsive mafiose. Ad eseguirle, erano dei fidati “prestanome”, che procedevano in una serie di attività commerciali nel settore della ristorazione-bar e commercio di idrocarburi.
Il Tribunale di Lecce ha disposto il sequestro preventivo su scala italiana. Questo comprende beni mobili , come auto, ed immobili, terreni agricoli e fabbricati, nelle province di Taranto e Bari. Inoltre, sono stati sequestrati anche compendi aziendali e quote di partecipazione al capitale sociale di ben sei imprese disposte su territorio nazionale, nelle province di Roma, Salerno, Bari e Taranto
Silvia Giorgi – Puglia Post