Una nuova generazione è entrata a far parte della nostra civiltà, parliamo della generazione alpha.
Questa generazione che si sussegue alla precedente che era definita generazione Z va per i nati dal 2012 in poi.
Una generazione ultra moderna e ultra tecnologica, che non conosce un modo senza tecnologia.
Grazie alla rete, nel bene o nel male hanno accesso ad ogni tipo di informazione.
Nel bene perché grazie ad essa hanno uno stimolo nella ricerca, nel male perché questa iperconnessione veloce brucia le tappe portando ad un’ emancipazione troppo veloce.
La velocità è il punto cardine della generazione Alpha, ogni azione ogni pensiero deve essere immediatamente condivisibile.
Generazione Alpha: con il freno a mano
Velocità che nello stesso tempo però funge da freno.
La velocità crea un freno nei confronti della razionalizzazione degli eventi dei fatti ma soprattutto delle scelte.
La velocità che porta ad aumentare il margine di commettere errori sull’utilizzo di internet che frena quella capacità di riflettere e di pensare prima della condivisione di una foto di un video.
Una generazione quella Alpha di geni tecnologi ma indietro con tutto ciò che rappresenta lo sviluppo di un ragionamento “umanoide”.
Una generazione super brava ad usare un tablet, ma con difficoltà a prendere una penna.
Per quanto riguarda queste capacità il professore di neuroscienze Michael Merzenich dell’Università della California, ha sostenuto che negli ultimi anni c’è stato un aumento della specializzazione da parte dei giovani.
Tale tendenza che riguarderà soprattutto la generazione Alpha.
Questo ci può dare dei spunti su cui riflettere, alla fine è una generazione che ha le idee chiare, basta pensare che anche nella scelta dei programmi tv da vedere, in quanto sono molto selettivi e guardano solo quegli show in cui, anche se si tratta di storie fantasy, lontano dalla realtà, si ritrova in termini di visione e valori.
Una generazione quindi che ci insegna l’ importanza di preferire contenuti capaci di raccontare in maniera originale e fedele la complessità della quotidianità, al di là di luoghi comuni e stereotipi.
Raffaele Longo – Puglia Post