Lo hanno cercato per tutta la notte, hanno fatto perquisizioni, ma alla fine è stato lui, il 32enne Pasquale Rutigliano, ad andare in commissariato, alle 4 di questa mattina, non per costituirsi per l’omicidio, ma per avere violato la misura di prevenzione a cui era sottoposto, la sorveglianza speciale, e anche l’obbligo di dimora, avendo cercato “riparo” dalle ricerche nella vicina Trani. Il presunto assassino di Giuseppe Tupputi, il barista 43enne ucciso a colpi di pistola nel suo bar ieri sera a Barletta, ha avuto un nome sin da subito per la polizia grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza che si trovano all’esterno e all’interno del locale. Immagini che mostrano quello che è accaduto, ma non ne spiegano il perché. Il sonoro non c’è, ma si vedono i due parlare e, subito dopo, il presunto assassino cominciare ad agitarsi per poi tirare fuori una pistola e sparare tre volte a Tupputi, che era dietro al bancone.
L’arma utilizzata non è stata trovata. Con loro, nel bar, c’era anche un’altra persona che ha assistito a quanto accaduto nel giro di pochissimo tempo. Il movente del delitto, dunque, resta ancora da chiarire. Gli inquirenti escludono che si sia trattato di una rapina, e ipotizzano che tra i due ci sia stato un litigio. Il bar “Morrison’s Revolution” si trova in una zona di periferia, poco distante da una chiesa e da una scuola e di mattina è frequentato da famiglie e bambini, per i quali quel luogo è una tappa fissa. Stamani, infatti, dinanzi alla saracinesca abbassata, in tanti hanno lasciato fiori e biglietti per salutare quel ragazzone, molto conosciuto nel quartiere e benvoluto.
Gli esercizi commerciali della zona, questa mattina, hanno lasciato le saracinesche alzate a metà in segno di lutto. L’omicidio di Tupputi è il terzo avvenuto in pochi mesi in città. La sera del 29 ottobre 2021 ci fu una lite che sfociò, in un bar del centro storico della città, nell’accoltellamento del 26enne Claudio Lasala, morto la mattina dopo e che la città ricorderà il prossimo 23 aprile, nel giorno del suo compleanno, con una manifestazione che si svolgerà nei pressi della zona in cui fu accoltellato, fra i giardini del castello e la cattedrale.
Nella notte tra il 15 e il 16 gennaio scorsi il 24enne Michele Cilli è scomparso dopo avere trascorso la serata in un bar con alcuni amici ed essersi, poi, allontanato a bordo di un’auto con quello che e’ stato considerato il suo presunto assassino, arrestato insieme a un altro uomo, accusati entrambi anche di avere fatto sparire il cadavere.
Per fare fronte a questa ondata di violenza, nel pomeriggio il prefetto di Barletta – Andria – Trani, Maurizio Valiante, ha convocato una riunione tecnica di coordinamento “per focalizzare l’attenzione sulla necessità di rendere ancor più determinata e incisiva l’azione delle forze di polizia per corrispondere sempre più ai bisogni di sicurezza della comunita’”.
Una richiesta esplicitata anche dal comitato di quartiere della zona 167 di Barletta che chiede, in una nota, “un’azione decisa, forte da parte dello Stato, se necessario accetteremo anche la militarizzazione della città, oramai non possiamo parlare più di prevenzione se non dopo una azione repressiva capillare da parte delle forze dell’ordine”. Il comitato è impegnato anche in una raccolta di firme che sara’ inviata al presidente del consiglio, Mario Draghi, e al ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, “affinché il grido di allarme e di dolore giunga direttamente al cuore dello Stato che a Barletta oramai pare abbia mostrato una evidente fragilita’”. “Ancora una vita spezzata, ancora sgomento, smarrimento, frustrazione e senso di impotenza”, concludono dal comitato di quartiere.
Redazione – Puglia Post