Tra le realtà amministrative pubbliche più in difficoltà nel saldare i fornitori scorgiamo i Comuni del Sud, nel 2021, infatti, dall’analisi dell’Itp scorgiamo che anche Lecce è tra i comuni in che matura ritardi.
Secondo i dati raccolti ha pagato le fatture ricevute con 50 giorni di ritardo (dato riferito al 3° trimestre 2021).
Poi viene Salerno dopo 61 giorni, ad Avellino dopo 72 giorni, a Reggio Calabria dopo 154 giorni e a Napoli con 228 giorni di ritardo.
Nel capoluogo regionale campano, se escludiamo i giorni festivi, i fornitori vengono pagati dopo un anno dalla scadenza prevista dalla normativa nazionale.
Con la sentenza pubblicata il 28 gennaio 2020, la Corte di Giustizia Europea ha affermato che l’Italia ha violato l’art. 4 della direttiva UE 2011/7.
Sebbene in questi ultimi anni i ritardi medi con cui vengono saldate le fatture in Italia siano in leggero calo, nel 2021.
La Commissione europea ha inviato al Governo Draghi una lettera di messa in mora sul mancato rispetto delle disposizioni previste dalla direttiva europea approvata 10 anni fa.
Infine, un’altra procedura ancora aperta contro il nostro Paese riguarda il codice dei contratti pubblici che prevede un termine di pagamento di 45 giorni
Nello stesso tempo a livello comunitario la scadenza, invece, è di 30 giorni.
Cosa fare per risolvere questa annosa questione?
Per la Cgia bisogna prevedere per legge la compensazione secca, diretta e universale tra i crediti certi liquidi ed esigibili maturati da una impresa nei confronti della PA e i debiti fiscali e contributivi che la stessa deve onorare all’erario.
Cosi si risolve questa annosa questione che sta mettendo a dura prova tantissime Pmi.
Grazie a questo automatismo risolveremmo un problema che ci trasciniamo appresso da decenni.
Senza liquidità a disposizione, infatti, tanti artigiani e altrettanti piccoli imprenditori si trovano in grave difficoltà e in un momento così delicato per l’economia del Paese è inaccettabile che i debiti della PA nei confronti degli imprenditori siano in costante crescita dal 2017.
Raffaele Longo PugliaPost