La Puglia ama le tradizioni, e anche per la vigilia dell’ Immacolata ci tiene a preservarne alcune.
Il giorno della vigilia per esempio si pratica in digiuno.
Ma dove nasce l’ usanza del digiuno alla vigilia dell’ immacolata?
Sembra che il digiuno fatto il giorno prima dell’ immacolata, prese l’ esistenza nella città Pugliese di Manduria e risalgono addirittura alla metà del XVII secolo; quasi due secoli dopo un pontefice, papa Pio IX, lo fece diventare ufficiale con apposita bolla nel 1853.
Cosa si può mangiare la vigilia dell’ immacolata?
Nel Salento la tradizione dell’ immacolata dura due giorni, iniziando dalla vigilia cioè il 7 dicembre sino al 8 dicembre giorno dell’ immacolata.
Il digiuno prevede il non assumere nulla sino a mezzogiorno, nella vigilia infatti non si fa colazione.
Una cosa che non si deve fare in modo categorico la vigilia dell’ immacolata e mangiare carne, infatti la vigilia dell’ immacolata si mangiano cibi di terra o pesce.
A tavola con le tradizioni
Il 7 dicembre dal momento che non si mangiano cibi contenenti la carne, i piatti preferiti sono quelli considerati poveri.
Non devono mancare in tavola le pittule (frittelle salate), si possono fare in diversi modi.
Infatti possono essere semplici oppure (in questo caso, il cavolfiore e il baccalà sono gli ingredienti maggiormente utilizzati).
Oltre alle pittule, le tavole del Salento sono spesso arricchite da verdure come le rape e le cicorie, e dai panzerotti di patate.
Ma ciò che non deve mancare è la puccia che sia con le olive oppure vuota da riempire.
La cena del 7 dicembre
Anche a cena la carne è bandita il 7 dicembre, e quindi anche per la cena ogni paese ha la sua tradizione.
A Lecce ad esempio il menu della cena prevede un antipasto con i frutti di mare, la pasta al sugo di cozze e pesce e un contorno a base di rape.
Mentre nel Gallipolino si mangia lu quataru, che altro non è, una zuppa mista di pesce formata da mitili vari, verdure e crostacei.
Nei paesi il menu è a base di pasta con il sugo al baccalà nella tavola non mancano finocchi, ma soprattutto le “rape ‘nfucate”, il pesce fritto e per finire la frutta dove sono gli agrumi (mandarini e arance) ad farla da padrone.
Simona Longo – Puglia Post
Tradizioni culinarie per tutte le feste, ed è sempre curioso scoprirle!