Il tredici dicembre in Puglia segna come ogni anno l’inizio di una lunga scia di ritualità che hanno come elemento comune l’accensione del fuoco. E’ il fuoco di Puglia.
Il fuoco di Puglia. Le celebrazioni
Qualsiasi paese pugliese conta almeno un falò acceso nel giorno di Santa Lucia. Molto spesso il culto è così diffuso che non raramente possiamo imbatterci in cataste di legno accese non solo nelle piazze principali, ma anche nei spiazzi rionali o addirittura nei cortili condominiali.
Santa Lucia a parte, un elemento della ricchezza e della varietà delle tradizioni è proprio il nome che ogni comunità dà al proprio rito del fuoco. Citiamo qualche esempio.
- Focareddhra (focara piccola) a Miggiano
- Jo a Jo a Corato
- Fucacoste e Cocce Priatorje (falò e teste del purgatorio) a Orsara di Puglia
- Le Fracchie a San Marco in Lamis
Una delle pire più simboliche però è quella della Focara di Novoli, la quale, alta venti metri circa, viene accesa in onore di San’Antonio Abate il sedici gennaio. Documentato anche dal National Geographic, si distingue non solo per le dimensioni monumentali ma anche per la devozione e il mestiere con cui viene allestita. La preparazione della pira è essa stessa parte del rito.
Il Fuoco di Puglia presenta una realtà così ricca e ardente al punto da indurre la Regione a mettere in piedi la cosiddetta Rete Dei Fuochi, un programma di promozione di quanto viene considerato uno dei tratti identitari della regione.
Le origini
Alcune tradizioni celebrano un evento leggendario, un fatto storico, spesso legato al santo patrono. E’ il caso della Festa dei Fanove, di Castellana, dove col fuoco si festeggia il miracolo con cui la Madonna della Vetrana salvò la città dalla peste.
A Castellana il fuoco, con la sua idea di luce e calore, ha un valore salvifico. Allo stesso tempo però assume un significato purificatore se pensiamo ai roghi con cui durante l’epidemia si bruciavano i cadaveri infetti dalla peste.
Può accadere però che i riti siano più antichi della storia che oggigiorno ci raccontiamo. Un caso emblematico è sicuramente quello della festa di Santa Lucia. La tradizione cristiana la fa risalire al martirio di Lucia di Siracusa, 310 d.C. circa. La donna, caritatevole verso i più bisognosi, fu condannata al rogo per aver rifiutato il matrimonio con un nobile di religione pagana.
L’etimologia del nome Lucia ci connette con la parola latina Lux, luce appunto, e ci porta quindi a pensare ad un’ipotetica festa della luce pagana. Una tale ricorrenza precristiana non sarebbe affatto casuale se pensiamo al periodo in cui cade. Nel calendario giuliano infatti, promulgato da Giulio Cesare e in uso poi in tutto il medioevo, il 13 Dicembre era considerato il giorno più corto dell’anno.
Festeggiare la luce nel giorno considerato il più buio dell’anno non poteva che avere un alto valore simbolico, soprattutto in una società fortemente agricola e pastorale.
Le ritualità del fuoco sono oggi al centro di studi da parte di antropologi e studiosi del folklore di tutto il mondo. E’ curioso infatti che molti riti presentino forte similitudini pur sviluppandosi in zone assai remote tra loro in Europa o nel mondo (Santa Lucia è diffusissima anche nei Paesi scandinavi dove non vi è una grande tradizione cristiana).
Il fuoco del mondo
Per quanto concerne il Fuoco di Puglia, stupisce il fatto che il territorio apulo vanti una enorme ricchezza di riti del fuoco in diversi momenti dell’inverno. Il motivo di una tale diffusione è un’altra materia di studio degli antropologi.
Qui possiamo immaginare una regione che, affacciata sul Mediterraneo e attraversata dalla via Francigena, era di fatti crocevia di culture e popoli. Pensiamo quindi a tutti quei popoli che pur con nomi e storie diverse celebravano lo stesso rito con le stesse speranze e gli stessi valori. E così facendo lasciavano al loro passaggio tracce della propria cultura che il tempo ha riplasmato e conservato.
Gianpaolo Roselli
Vivere in Puglia e scoprire che c’è sempre tanto altro da conoscere! Davvero interessante.