Un punto in sette partite, la domanda che sorge è: Si è rotto il giocattolo oppure è Baroni che lo ha rotto?
Analizziamo queste queste 7 partite giocate dal Lecce, partendo da quella di oggi e soffermandoci su quella odierna.
Nei primi 45 minuti di gioco il Lecce poteva benissimamente chiudere la partita anche con più goal di scarto, ma non riesce a farlo.
Anzi in un contropiede Gallo (autore dell’ autogoal decisivo contro il Napoli) si divora la rete solo con il portiere.
I numeri dicono che il Lecce con il modulo 4-2-3-1, attacca e tira in porta (forse l’ unica partita dove ha tirato più in porta di tutto il campionato).
21 tiri totali di cui 6 in porta e 1 solo goal solo nel primo tempo.
E se il primo tempo lasciava ben sperare il secondo tempo prende il colore del cielo oggi sul Via del mare.
Si il secondo tempo si tinge di grigio temporale, che non si abbatte sul via del mare ma si abbatte in campo quando al minuto 75 quando Jesè pareggia i conti per la Sampdoria alla prima occasione avuta.
Il secondo tempo a differenza del primo il Lecce rientra in campo RINUNCIANDO a giocare.
Aspetta la Sampdoria nella propria metà campo, e subisce il pareggio.
Pareggio che non porta benefici, non muove la classifica.
Perché mi chiedo e sono tanti i tifosi che si chiedono se si è rotto il giocattolo oppure se è Baroni ad averlo rotto?
La risposta è presto detta, oggi il Lecce doveva vincere (per quanto visto nei primi 45min meritava anche).
Sotto discussione finiscono le scelte dei cambi di Baroni, anche oggi fatte in modo che lasciano tante domande aperte.
Perché sul 1 a 1 di una partita da vincere togli un terzino e metti un centrale? Perché non osare con scelte di coraggio?
A fine gara la squadra è stata fischiata, ad inizio gara si chiedevano agli uomini presenti sul prato verde di cacciare fuori gli attributi.
E Baroni non è esente, non può esser esente di questa richiesta di maggiore coraggio nelle scelte anche in corso d’ opera.
Raffaele Longo – SalentoPost