Torre Veneri. Riserva naturale a rischio a causa di un peschereccio incagliato.
La Capitaneria di Porto Gallipoli ha verificato che il peschereccio sarebbe collegato ad uno sbarco odierno di migranti (580 tra uomini, donne e bambini) tra i porti di Catania, Messina ed Augusta.
Sono finora 98.652 le persone migranti sbarcate sulle coste nazionali da inizio anno. Nello stesso periodo, lo scorso anno furono 63.143 mentre nel 2020 furono 33.225. E’ il dato diffuso dal ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro il 15 dicembre 2022.
La Capitaneria di Porto sta cercando di accellerare al massimo le procedure per il sequestro e la demolizione del peschereccio dato che le correnti e le onde lo hanno trascinato di 15 metri verso riva, a poca distanza dalla riserva naturale “Le Cesine“.
Il timore è che il peschereccio abbia qualche falla e possa rilasciare nell’ambiente marino degli idrocarburi. Per questo motivo é stato attivato il Piano Locale Antinquinamento.
Domani sarà effettuata un’ispezione con la collaborazione dei Vigili del Fuoco per verificare che la carena non abbia subito danni ed in caso di sversamento, di sostanze inquinanti verranno messe in sicurezza.
La riserva naturale “Le Cesine”
Nel corso del tempo la riserva naturale “Le Cesine” è molto cambiata. In origine era una grande palude, zona considerata malsana e quindi oltre che difficilmente vivibile anche e produttivamente non qualificabile.
Alla fine dell’800 si comincia a pensare alla trasformazione di questa vasta area, sconfiggere la malaria ed ottenere terreni coltivabili sono le ragioni che determinarono l’inizio dei lavori di Bonifica.
Il grande lavoro di sensibilizzazione alla salvaguardia ed alla conservazione dell’area furono coronati da importanti risultati: nel 1979 Le Cesine divennero Oasi WWF e nel 1980, per decreto ministeriale, furono dichiarate Riserva Naturale dello Stato e venne assegnata al WWF Italia la gestione dell’area.
Proprio per questo la Capitaneria di Porto è particolarmente attenta a tenere sotto stretta sorveglianza le barche abbandonate che potrebbero infrangere il fragile ecosistema marino della riserva “Le Cesine”.
Alessia M. Garzia