Nel carcere di Foggia c’è stato un suicidio. L’ennesimo. Nonostante sia passato poco tempo dall’ultimo, avvenuto sempre nello stesso istituto di detenzione, il carcere di Foggia si ritrova di nuovo ad affrontare il lutto di uno dei suoi detenuti che si toglie la vita. A questo punto, non rimane che chiedersi se ci siano delle responsabilità da prendersi.
L’ennesima vittima di suicidio nel carcere di Foggia
Il carcere di Foggia sta affrontando molte avversità nell’ultimo, breve periodo. Di recente, c’è stata una rivolta dei carcerati ed ora c’è un suicidio: l’ennesimo.
La vittima di suicidio è un uomo di origini baresi di 62 anni. Il detenuto stava scontando nel carcere di Foggia una pena per maltrattamenti in famiglia. L’uomo, stando a quanto riportato alle ultime indagini, si sarebbe tolto la vita impiccandosi con una corda alla finestra della propria cella.
Responsabilità: parla Pilagatti
A dare la notizia è il Sappe, ossia il sindacato autonomo di polizia penitenziaria, evidenziando che si tratta del secondo suicidio che avviene nello stesso istituto di pena nell’arco di poche settimana.
“Questo è l’ennesimo episodio di una tragedia continua che ha responsabilità molto precise, a partire da chi ha voluto consegnare le carceri italiane all’anarchia – afferma Federico Pilagatti, il segretario nazionale del Sappe -. Ci riferiamo alla politica e al Dap che nei fatti hanno smantellato la sicurezza nelle carceri e l’attività di controllo e gestione dei detenuti”.
Pilagatti, inoltre, pone l’accento su un dato significativo, il sovraffollamento del carcere del foggiano. “Siamo a più del 170% dei posti disponibili. Le carceri, – continua il sindacalista – sono diventate ormai una discarica sociale in cui buttare le anime e i corpi degli ultimi, dei pazzi, dei diseredati senza che qualcuno intervenga.”
Silvia Giorgi – Puglia Post